Chiesa della Beata Vergine di Lourdes

Anche la frazione di Gabella ha la sua chiesa: tra il 1910 e il 1911, quando la contrada contava appena 300 abitanti, l’allora parroco don Cesare Tinti (già parroco e primo rettore della chiesa di S. Maria della Neve a Marina, e in seguito coadiutore-parroco della chiesa di S. Pietro Apostolo a Montemarciano) decise di far erigere un edificio sacro dedicato alla Beata Vergine di Lourdes, commemorata da quel momento in poi con delle celebrazioni che terminano, ancora oggi, con gli spettacolari fuochi pirotecnici che animano la frazione nella prima domenica di settembre.

Il terreno su cui sorge la chiesa era in precedenza di proprietà del marchese Fabiani Mancinforte Sperelli Serafini, la cui moglie lasciò nel 1923 una lettera autografa, contenente la richiesta di celebrare trenta messe per la concessione del terreno acquistato da Don Cesare Tinti. La prima messa solenne all’interno della chiesa, era già stata celebrata un anno prima, il 27 agosto 1922.

È plausibile ritenere che a Gabella fosse esistito un edificio di culto anteriore a questa chiesa, visto che pur trattandosi di una zona periferica del paese, la sua importanza era indiscussa, costituendo la principale via d’accesso al paese per chi veniva da Chiaravalle e Monte S. Vito. Il toponimo stesso indica che qui avveniva il pagamento delle imposte sulle merci in transito a Montemarciano (l’origine etimologica del vocabolo “gabella” sarebbe da ricercarsi nell’arabo Qabal, che significa ricevere, prendere, esigere). Un altro toponimo in uso a fine Settecento (catasto del 1779) per individuare l’area corrispondente oggi alla frazione di Gabella è “Spineto”, con riferimento agli arbusti spinosi che dovevano anticamente ricoprire l’intera zona.

Alla fine del testo, si è voluto inserire un componimento in dialetto del poeta montemarcianese Guido Moretti dedicato alla frazione di Gabella e a come essa appariva tra gli anni Sessanta e Settanta.

Leggermente arretrata rispetto al piano stradale, la piccola chiesa della Beata Vergine di Lourdes è introdotta da una piazzetta con mattonelle in cotto e bianche decorazioni geometriche. La facciata a mattoncini policromi è costituita da un portone architravato, sormontato da una moderna bifora con cornice, entrambi affiancati da due lesene con capitelli stilizzati; gli elementi di decoro sono in pietra bianca. La cimasa a timpano è resa più robusta da cornici in pietra fortemente aggettanti.

L’interno, ad aula unica, ha le pareti rivestite da intonaco sulle tinte del bianco e del giallo pallido e presenta delle specchiature ad arco e un cornicione perimetrale continuo; il soffitto ha copertura con volte a botte, su cui si innestano le lunette nella cui base sono state ricavate due finestre a semicerchio, sul lato destro della chiesa. Il catino absidale, inserito in uno spazio a emiciclo di grande profondità, è coperto con cupola emisferica dipinta di blu e ospita l’altare, oltre alla nicchia con la statua della Madonna di Lourdes, portata in processione durante le celebrazioni di settembre. Nella controfacciata, all’altezza della finestra, è presente un’elegante cantoria, a cui si accede tramite un passaggio sulla parete di sinistra della chiesa. La chiesa è aperta tutti i martedì pomeriggio.

 

 

La Gabella

Piedi d- la salita d- Mont-marcian-

Fatti sci e no docent- passi a pia,

dop- el Bar e l’effig- d-Maria,

trovi el crucil-, a purtata d’ man-

 

ditt d- la Gabella. E guage in pian-,

trovi ‘sta fraziuncina longh- la via

ch- porta, dop- un svolt, alla Badia!

La «La Gabella» (el Dazi- del temp- luntan)

 

è ‘na Burgata autonoma, diria:

nun manca gnent-! Li trovi nicò:

Serviz- d’ d-cenza, pulizia

 

‘na Chiesetta, el Circul, el caffè,

el gioch- d- l- bocc-, tutt- un po’,

e ancò el camp- spurtiv- ch’el fann- adè!

 

Cumm-rcianti d- pòj e quej d- pell-,

quej d’ cunili, d’ ‘j ovi e agnelli ancò,

d’uccelli, furmagg- e och- bell-.

 

In fond- a la frazion c- trovi el pozz-

D- l’acqua ch- furnisc- tutt- el Paes-

(el Comune c- fa ‘n sacch- d- spes-

ma spess- l’acqua ‘riva su a singhiozz-).

 

La strada è sempr- linda, gn-nt- è zozz-

e nicò fila sa p-rfett- intes-:

quant- è sera sfars- d- luc- acces-

e i Gab-lesi c- fann- d- gozz-!

 

Ma in fond- è brava gent-! Brava e bona!

Ognun- fa i fatti sua e non dà fastidi,

ma si’ l’infastidisci, nun cojona!

 

S- fa sentì al dritt- e ‘ncò all’arversa.

Si vol calcò ch- è giust- e tu c- ridi,

prutesta e nun vol partita persa!

 

Del rest-, dop- tutt-, co’ ‘j voli dì?

Nun vonna sta al d-sotta da nisciun-!

Enn- «prugr-ssisti» e el prugr-ss vol- cuscì!

 

[Guido Moretti, poesia contenuta nel secondo volume in dialetto montemarcianese della raccolta “L- Riottul- d- jera e d’ogg-“, pubblicato nel 1971]